TAV: i soldi per salvare i lavoratori di Condotte ci sono, basta volerlo

27 aprile 2018

Il Comitato No Tunnel TAV di Firenze vede che la crisi in cui Condotte Spa sta precipitando è drammatica: http://borsa.corriere.it/comunicati/dettaglio?pnac=nRC_26.04.2018_18.23_74539984&refresh_ce-cp
La soluzione di un concordato in cui fossero soddisfatte le esigenze delle banche creditrici lascerebbe comunque in gravi difficoltà i fornitori e i subappaltatori; un sintomo grave della situazione economica in cui l’Italia versa e da cui non può uscire continuando su questa strada.
Da parte della lobby dei costruttori si continua a dire che solo più grandi opere possono garantire la salvezza delle grandi società; in realtà è un intero sistema che sta arrivando a vedere esplodere le contraddizioni che si porta in seno.
Il perverso fenomeno della cattiva progettazione, che ha l’immediato vantaggio per il sistema politico/economico dei costruttori di veder crescere costi e quindi profitti, crea una massa di extracosti che poi risulta difficile esigere e riscuotere. Questo è proprio ciò che sta succedendo con il progetto fiorentino: a fronte di un valore di poco più di 200 milioni di quanto eseguito (280 se si conta lo Scavalco già in esercizio a Castello), Condotte pretende costi ulteriori per circa 500 milioni, dei quali solo 130 sono a giudizio davanti alla magistratura.
Condotte, come tutto il sistema delle grandi opere all’italiana, è ormai al capolinea e si trascina dietro il sistema delle piccole/medie imprese e delle banche.
In questo quadro si tende sempre a dimenticarsi dell’anello più debole della catena economica: quello dei lavoratori, che sono i primi a perdere il loro posto di lavoro, salvo piangere lacrime di coccodrillo quando c’è da salvare il “padrone” in crisi. Sarebbe impietoso fare il conto di quanto sono costati i pochissimi posti di lavoro utilizzati nei cantieri fiorentini, calcolando quanti se ne sarebbero potuti creare con le stesse risorse.
Il Comitato vede che i soldi ci sono, più che sufficienti per salvare nell’immediato i posti di lavoro di chi sta lavorando nei cantieri ai Macelli; basterebbero poche cose:
  • destinare subito i soldi previsti dalle “compensazioni” a realizzare le opere previste come la nuova viabilità nel comune di Cavriglia. Se l’opera è necessaria non si comprende perché si debba aspettare il ricatto dell’arrivo delle terre di scavo di Firenze per poterli elargire
  • salvare i lavoratori attualmente impiegati in Condotte in una new good company gestita da loro stessi, assistiti per la parte burocratica dalle istituzioni toscane che tanto si sono addolorate in questi giorni per la loro triste sorte
La cosa sarebbe possibile se ci fosse la volontà politica di farlo; i soldi destinati alla realizzazione del Passante TAV sono pubblici -nonostante le dichiarazioni contrarie dell’AD di FS Renato Mazzoncini- come si vede dal sito della Presidenza del Consiglio: http://opencup.gov.it/progetto/-/cup/J91C04000000008
Tra l’altro continuare a parlare di “bilancio interno delle FS” per una azienda che si nutre voracemente di così tante risorse pubbliche appare un tantino surreale.
Il Comitato intende ancora denunciare l’irrazionalità e l’aspetto ricattatorio del sistema che concede agli enti pubblici locali -soggetti a pesantissimi vincoli di bilancio per folli politiche di austerity- risorse solo se questi accettano i disagi e i pericoli connessi ai lavori al servizio del sistema politico/economico/mafioso delle grandi opere all’italiana.

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